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lunedì 4 luglio 2011

L’evoluzione dei pannelli solari con lo sviluppo della nanotecnologia

Che il futuro dell’evoluzione tecnologica si stia manifestando nella sempre maggiore miniaturizzazione dei componenti necessari alla creazione delle macchine per l’elaborazione dei dati era indubbio, ma adesso la nanotecnologia estende ulteriormente il proprio campo d’applicazione entrando nella produzione d’energia. Infatti sono stati prodotti dei pannelli solari costituiti da nanocristalli, pannelli ultra-flessibili, ultra-leggeri e incredibilmente versatili, grazie al loro particolare modo d’utilizzo: i nanocristalli semiconduttori (fatti d’un materiale chiamato telluluro di cadmio o cadmio telluride, un materiale ad alto gradiente d’assorbimento della luce solare) possono essere applicati su qualunque superficie (che essa sia metallica, di vetro o qualunque altro materiale è relativamente importante per motivi spiegati in seguito), i vari strati di questa “vernice” formeranno tramite la sovrapposizione dei nanocristalli una pellicola di “celle solari” che trasformeranno pressoché qualunque superficie nei “pannelli solari” necessari all’assorbimento dell’energia luminosa e alla sua successiva conversione in energia elettrica.
Tale scoperta è innovativa sotto vari punti di vista, infatti, i vantaggi non si limitano al minor costo di produzione delle celle (è, infatti, sufficiente un centesimo delle risorse necessarie a costruire un normale pannello solare) ma anche al suo effettivo utilizzo, basti pensare che tale “vernice” possa essere utilizzata durante la costruzione di un palazzo integrandola perfettamente al tetto, o al vetro delle finestre, o a qualunque altra superficie sia disponibile, permettendo così di sfruttare al massimo la raccolta d’energia riducendo al minimo (o annullando del tutto) la necessità di qualunque impianto solare comune per chi sceglie di utilizzare questo metodo d’approvvigionamento energetico.
Questa tecnologia studiata dal dottorando Brandon MacDonald, vincitore del premio DuPont Young Innovator 2010/11, insieme ad alcuni suoi colleghi dell’Università di Melbourne, in Australia, estende ulteriormente le potenzialità delle sue celle solari, affermando le possibili applicazioni nella produzione di transistor, versioni stampabili di diodi e svariati altri dispositivi elettronici di vario genere.
(tratto da altopascio.info)

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