Genova - Facebook e la privacy, un romanzo che si aggiorna di continuo. L’ultimo capitolo è il lancio del riconoscimento facciale, che identifica automaticamente le persone raffigurate nelle fotografie“postate” sul Social Network. Il “tag” è così reso più agevole e immediato, ma il riconoscimento facciale funziona solo a patto che le persone identificate siano già iscritte alla lista degli amici.Come quasi tutte le novità dell’invenzione di Mark Zuckenberg, anche il riconoscimento facciale, introdotto negli Stati Uniti prima (dove ne ha usufruito il 5% degli utenti) ed esteso poi all’Italia e «alla maggior parte dei Paesi», compare tra le impostazioni di default del profilo. In più, Facebook fa le cose in silenzio, dato che nessuno è stato avvisato del nuovo servizio, se non a cose fatte. Immediate le critiche dei gruppi per la difesa della privacy, che rivendicano il libero arbitrio nel rione virtuale: «Sta all’utente disattivare il riconoscimento facciale, se desidera farlo. Al contrario, sarebbe meglio consentire alla gente di scegliere se adottarlo». Lo dice Marc Rotemberg di Electronic Privacy Information Center. Da Facebook sono arrivate pseudo-scuse, bisognava«comunicare meglio» la nuova idee.La domanda è lecita: perché a Facebook interessano tanto queste funzioni “anti-privacy”? Il movente è “antico come la ruota”: gli incassi pubblicitari del Social Network sono direttamente proporzionali alla quantità di dati scambiati dai suoi utenti. Per lo stesso motivo, Google aveva già puntato anni fa su un software di riconoscimento facciale, e sempre per timori legati allaprivacy ci aveva subito rinunciato.Disattivare la funzione non è semplicissimo: chi voglia evitare di essere “taggato” in automatico dovrà cliccare su “impostazioni account”, poi su “personalizza impostazioni” della casella “privacy” e disattivare la funzione “Suggerisci agli amici le foto in cui ci sono io”.
(tratto da ilsecoloxix.it)
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mercoledì 8 giugno 2011
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